mercoledì 6 luglio 2016

E' nato Valentino Zeichen

Riflettevo ancora una volta sul fatto che, per la maggior parte delle persone, un poeta nasce il giorno in cui muore. Questo è uno di quei giorni: oggi, 5 Luglio 2016, a Roma è nato per la stragrande maggioranza di noi, Valentino Zeichen.
Intorno alla sua capanna sulla sponda del Tevere già si sparla di lui nel solito modo affrettato con il quale oggigiorno si “parla”, coniugando i verbi al passato senza problemi di frugalità ovvero spreco: questa società se ne frega delle parole e dell’uso inutile, per questo importantissimo, che ne fanno i poeti.
Valentino Zeichen dunque è finalmente venuto al mondo per chi non se ne fosse ancora accorto: come non sentire di fianco alla sala parto quel canto di un bambino tenuto da un tallone a testa in giù per essere misurato dalla ostetrica di turno; profanato in tutti gli orifizi per assicurare il libero passaggio all’ispirazione?

"Io"-dice Zeichen-"...scrivo ogni volta che mi sento. Io ci credo, all’ispirazione: secondo me è l’eredità che gli dei ci hanno lasciato andandosene, un pulviscolo che qualche volta ancora si posa sugli uomini".

Dal Fiume si arriva, si viene salvati, e al fiume si torna, si è salvi; il fiume dove tutto scorre dando un ritmo anche alle pietre ferme sulle sponde e dove tutto è stato salvato, anche le siccità future svuotate delle piene del passato. Non sarà più possibile bagnarsi non due, ma una volta sola nello stesso fiume.
Di questa nascita qui do notizia, quasi fosse l’annuncio della scoperta di un bosone, un buco nero o dell’invenzione della macchina del tempo o del teletrasporto e tutto questo per dare l’incredibile sensazione della presenza di un altro universo che contiene, tra le altre cose, questo:

La bocca della verità

se per i visionari del plenilunio
quella non è la testa di oceano
e neanche un chiusino di scolo
la bocca della verità è
forse un sole senescente
una stella di neutroni.
alla prova del vero
la leggenda vuole che
vi si infili la mano
lasciandola in pegno
e qualora s’è mentito
la bocca la divori!
ma sempre la restituisce
perché? le verità soggettive
sono false, non verificabili
le scientifiche, verosimili.
avete mai visto quella bocca
divorare una teoria?

Stavo terminando di scrivere un breve contributo sulle Forme della Brevità (epigrammi ed haiku) con l’intenzione di aggiungere tra i cultori del genere proprio Valentino Zeichen, quando è sopraggiunta la notizia della sua morte.
Evidentemente anche per me, che lo conoscevo, la morte di Zeichen rappresenta, in ogni caso, la sua nascita (rinascita) o se vogliamo l’emergenza ancora più chiara e netta di una nuova figura... di epigrammista/haijin , di un poeta in grado di abbracciare la tradizione occidentale di derivazione greca e latina e quella orientale di derivazione cinese e giapponese. Leonida di Taranto con un tocco di Marziale e Li Po con un tocco di Matsuo Basho.

Alla presentazione del suo ultimo libro, Aforismi d’autunno (Fazi Editore, 2010), Zeichen afferma: “Il futuro della lettura sono gli aforismi, gli epigrammi, le poesie veloci, non c’è più tempo per poesie di 20, 25, 30 versi”. Ma la sua visione “aforistica” della brevità è di natura raffinatissima, come spiegato bene da Bonnefoy ( altro grande poeta nato anche lui pochi giorni prima di Zeichen), la forma breve, più di ogni altra, rappresenta la soglia di un’esperienza specificamente poetica e -oggi più che mai, nell’epoca cioè dei 140 caratteri di twitter- quando una poeta adotta una forma breve, già si volge, in virtù di questo semplice fatto, verso ciò che nel nostro rapporto con il mondo, può essere poesia: qualcosa che non conta su- e non si conta in- 140 caratteri ma nella loro metamorfosi in originali permutazioni ( le possibili permutazioni dei 140 caratteri di twitter è un numero superiore a 250 cifre!).

12
Sono transitati secoli
dentro i miei anni
e (io) non vi ho fatto caso.
**
21
Gli anni sono come docili
cavalli al pascolo
la cui indolenza ci rassicura,
quando partono all’improvviso
al galoppo numerico. 
**
26
La bellezza è come la fiaccola
delle staffette,
passa da una donna all’altra.
**
37
Il massimo della profondità
che tu conosca è quella
delle rughe.
Benedicta
**
43
Gli artisti, di solito, amano
i “primi piatti” e per “secondi”
non disdegnano i contorni di monete.
**
53
Ai gradi militari
ho preferito quelli alcolici.
**
71 
Mentre si è giovani si viene
costantemente sollecitati
a conseguire al più presto
la “maturità. Poi ci si
avvede che la vecchiaia
la fornisce gratuitamente.
**
99
La mira dell’artista
deve essere superiore
a quella dell’arciere
poiché punta all’infinito.

La forma breve- un epigramma, un haiku, un aforisma - è per sua natura fisica (pochi tratti neri su un universo bianco) circondata dal silenzio e come Zeichen stesso ammette, lui con il silenzio ci sta veramente bene perché "...il silenzio mi fa guadagnare il coperto successivo. Quando ti assicuri la pietanza hai vinto comunque". È un’affermazione, questa, che avrebbe potuto fare sia un Leonida di Taranto che un Matsuo Basho.

Chi è dunque questo poeta che oggi è venuto al mondo emergendo dalle sue parole e dai suoi silenzi: nessun altro che quello che lui stesso dice di essere: "...il protagonista di Una cena elegante di Robert Walser. Un estraneo che arriva in un posto, si siede, si vede offrire cibo, sorrisi e sigari e poi va via senza che nessuno abbia capito chi sia".

Che la tua nuova vita possa aiutarci a capirlo, Valentino.