mercoledì 8 luglio 2015

Tradurre eludendo la letteratura

Quale è il compito della Poesia?
Da un punto di vista tecnico quello di "connettere indissolubilmente" una struttura melodica a un tessuto linguistico e a un contesto visivo.
Da un punto di vista artistico quello di di-vertire nel senso etimologico cioè di svagare, ricreare piacere, distogliendo l'animo da cure e pensieri quotidiani o volgendolo ad altre cure e pensieri in grado di produrre, come direbbe Bonnefoy, "l'imprevedibile irruzione dell'assoluto nella sfera dei sensi".

A ben vedere questo è anche il compito della Traduzione.

L'abilità del traduttore consiste "solo" nell'imitare quello che un testo fa alla lingua madre del poeta e riprodurlo nella lingua della traduzione.
Questo perché se è vero che è la Poesia che fa il poeta, e altrettanto vero che è la poesia a fare il buon traduttore.
Tradurre suppone una pulsione comune che deve essere resa indifferentemente in "corpi" diversi tenendo conto delle proprietà musicali delle parole(nell'una e nell'altra lingua), delle proprietà visive delle stesse(per entrambe le lingue ancora) e del tessuto linguistico; e tutto questo deve essere fatto "eludendo la letteratura" cioè l'apparato culturale che ruota intorno alla parola, al suo suono (ritmo), al suo segno.
Questo passaggio è spiegato mirabilmente da Chiara De Luca, poetessa e traduttrice, nel suo saggio su Charles Hubert Sisson comparso nell'ultimo numero di Poesia (Anno XXVIII, Luglio/Agosto N.306, pgg.29-41):

"...Evitando la letteratura, Sisson vuole evitare tutto ciò che nella lingua letteraria ritiene inessenziale all'incarnarsi del reale in parola, tutto ciò che costituisce un impedimento al libero fluire del dettato poetico tra i solidi argini di una forma che cerca sempre di aderire al contenuto semplicemente accogliendolo, senza deformarlo per adattarlo ai propri confini..."

Chiara De Luca esemplifica questa lezione di Sisson nella sua opera di traduzione (amplissima e molto varia) e come una perfetta makar,un'antica bardo scozzese, "trasporta" perfettamente quello che i testi fanno alla loro lingua madre, nella nostra lingua, perché la grande Poesia -come la grande Traduzione- non è fatta di parole inglesi. Non è fatta di parole italiane.

Non e fatta di parole affatto ma di com-passione.

Ecco Charles H. Sisson

Dark wind,dark wind that makes the river black
-Two swans upon it are the serpent's eyes-
Wind through the meadows as you twist your heart.

Ed ecco Chiara De Luca

Vento scuro, vento scuro che annera la riva
-sopra, due cigni sono gli occhi del serpente-
vento solca i pascoli mentre ti torce il cuore.


E in quella riva che si annera tutta la Poesia, che non ha lingua, risplende.

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